La parte antica della Pia Casa di Abbiategrasso, oggi Istituto Geriatrico Camillo Golgi, è il focus del Laboratorio multidisciplinare di analisi e progetto del costruito per l’anno 2022.
Il Dipartimento DAStU e la Scuola di Specializzazione in Beni Architettonici e del Paesaggio hanno siglato una convenzione con l’Azienda di Servizi alla Persona (ASP) Golgi Redaelli. Scopo della convenzione è lo svolgimento di attività didattiche finalizzate allo studio del vasto complesso architettonico che ha costituito per secoli la sede storica della Pia Casa di Abbiategrasso per la definizione di strategie per la conservazione e il riuso. Le attività in questione sono strettamente connesse agli obiettivi del progetto formativo del Laboratorio multidisciplinare di analisi e progetto del costruito.
Il Laboratorio, che vede coinvolti gli specializzandi iscritti al primo anno, prevede che essi affrontino – operando su un caso studio – tematiche conoscitive indispensabili per elaborare, a scopo didattico, le soluzioni progettuali più idonee a sviluppare le potenzialità funzionali e prestazionali dei manufatti oggetti di studio e risolvere eventuali criticità.
L’obiettivo principale del Laboratorio è quello di formare e sperimentare una consapevolezza teoretica della complessità e della fragilità dell’esistente, esplorando al contempo le possibilità per il riuso la fruizione, la valorizzazione dell’esistente, sviluppando attitudine e capacità a operare scelte tecnicamente efficaci, non selettive, conservative, compatibili e sostenibili.
La Pia Casa di Abbiategrasso, oggi Istituto Geriatrico Camillo Golgi, occupa un’area di considerevole estensione nel nucleo storico abbiatense, all’interno del quadrilatero murato visconteo, aggiornato funzionalmente nel Cinquecento e ancora oggi ben leggibile malgrado le demolizioni intervenute.


A ridosso dell’attuale corso San Martino vennero costruiti nel Quattrocento, non sappiamo se su preesistenze, un edificio conventuale per suore di clausura osservanti la Regola di Santa Chiara e una chiesa conformata in due parti distinte (una esteriore per il pubblico e una interiore per le monache).


Il convento delle Clarisse venne soppresso nel 1782 in seguito alle riforme di Giuseppe II e gli edifici furono assegnati a una erigenda Pia Casa per l’assistenza ai poveri e agli incurabili.
L’incarico per l’adattamento e l’ampliamento del complesso fu affidato a Leopold Pollack, che incluse la chiesa interiore e le parti quattrocentesche in un quadrilatero con nuovi edifici disposto intorno ad un cortile. Furono conservati un porticato del XV secolo e alcune parti della chiesa, ancora oggi visibili, seppure gli spazi originari siano stati frazionati in quella occasione per ricavare camere e corridoi disposti su due piani.
La Pia Casa, attiva dal 1785, raccolse ospiti sempre più numerosi provenienti dal vicino capoluogo e da altre parti della regione, e richiese ben presto un ampliamento, consistente nella formazione di un secondo quadrilatero, verso nord, realizzato su progetto (1854) dell’ingegner Lorenzo Carmagnola. Contestualmente vi furono insediate anche officine e altre attività produttive gestite da ricoverati e da abbiatensi.
Con l’inaugurazione, nel 1873, di nuovi edifici progettati da Giuseppe Balzaretti il complesso raggiunse un’articolazione prossima a quella attuale, con quattro cortili disposti simmetricamente intorno a una crociera centrale, dove fu ricavata la nuova chiesa.
In seguito le funzioni assistenziali sono state assunte da edifici di più recente realizzazione, costruiti nelle aree ancora libere, abbandonando progressivamente le fabbriche e i cortili settecenteschi e ottocenteschi, che si offrono oggi a ipotesi di riconversione e integrazione funzionale nel contesto urbano e sociale di Abbiategrasso.









